giovedì 25 giugno 2020

Outing VS Coming Out | La Ragazza con la Sciarpa 🏳️‍🌈 I'm not proud... I am PRIDE 🏳️‍🌈

A volte vengono scambiati per sinonimi... Ma sarebbe meglio evitare dato che hanno due significati differenti... 
Andiamo a vedere cosa  rappresentano.

Ciao a tutte anime colorate e bentornata #RainbowFamily🌈


Oggi inizia la parte della mia rubrica La Ragazza con la Sciarpa dedicata al Pride, con la speciale connotazione I'm not proud... I am PRIDE che vi ho spiegato in questa foto:



che come potrete immaginare è terza parte di una composizione... Sì, io poco prolissa, come al solito 😅... Tanto per cambiare 😂 )!

Come penso immaginerete gli argomenti che affronterò a Giugno, saranno incentrati maggiormente sul mondo LGBTQ+ e in particolare su quello transgender ( facendo io parte della categoria ) proprio perché Giugno è il mese dell'orgoglio Pride!

Ma veniamo al dunque perché noto che a volte c'è ancora un po' di confusione sui termini:
outing e coming out.

Molto semplicemente:

coming out: è l'azione che una persona compie nel rivelare la propria sessualità ( o identità di genere nel caso delle persone transgender )

outing: è l'azione che una persona compie nel rivelare indebitamente la sessualità di un'altra persona.

Per farvi un esempio sulla mia persona, quando avevo 16 anni sono stata costretta a fare coming out con i miei genitori perché una persona che all'epoca reputavo amica, ha fatto outing sulla mia sessualità, quindi per non fare sapere ai miei genitori tutto dalle voci che sarebbero girate nel paese ho dovuto raccontare loro.

In realtà, non ho ben capito cosa temessi, dato che ho sempre avuto dei genitori molto aperti a tutto però è vero anche che avevo 16 anni, ci sta che temessi una qualche forma di dissenso.

Detto questo, penso sia intuibile il fatto che è possibile ( ma non obbligatorio, fra poco approfondiamo ) fare coming out ma è assolutamente VIETATO fare outing, ledendo la privacy di un’altra persona.

Alla fine io oggi ne parlo con molta serenità, perché, come vi ho sempre detto, ho la fortuna di avere una famiglia che mi ha supportata nei miei percorsi di vita.

Ma ritrovarsi nella condizione di dover obbligatoriamente rivelare qualcosa di intimo e personale perché una persona lo sta diffondendo manco fosse acqua nel deserto, non è bello.
Ritrovi la tua privacy violata.

Ti trovi costretta a correre ai ripari, dovendo anche subire un’umiliazione pubblica... Non perché far parte del mondo LGBTQ+ sia umiliante, ma perché viene esposto a tutti un qualcosa di intimamente tuo e poi perché in molti contesti ti fanno sentire sbagliat* se non sei come vogliono loro.

Sì, siamo nel 2020 e purtroppo accade ancora questo.

E poi pensate se la mia famiglia non mi avesse accettata... Mi sarei potuta trovare nei guai seri, come è successo a moltissime persone che si ritrovano senza un tetto, senza affetti o peggio ancora subiscono forti atti di violenza.

Capite perché ogni persona deve fare coming out, solamente se ha intenzione di farlo?
Fare coming out è una scelta, non è un obbligo.

Ogni persona decide se farlo e con chi farlo, può farlo con poche persone fidate o pubblicamente.

Nel mondo che vorrei ( come canta la mia amatissima Laura Pausini ) non ci sarebbe bisogno di alcuna dichiarazione, perché le persone si amano a prescindere da tutto e ogni persona può amare una persona in quanto persona, in primis.

Però non siamo ancora arrivati a questo punto, nonostante viviamo nel 2020, oggi come oggi, credo sia importante fare coming out per aiutare la nostra causa.

Far comprendere al mondo che esistiamo, che abbiamo dei diritti e che abbiamo bisogno di leggi che ci tutelino.

Inoltre fare coming out, aiuta le persone più timorose ad avere la speranza di non soccombere alle angherie che subiscono, fa sentire loro che non sono sole e che facciamo parte di una comunità, sì quella LGBTQ+ ma soprattutto quella umana.

Fare coming out, ad oggi, è ancora importante... Però, dobbiamo anche rispettare chi non ha voglia di esporre la propria persona in pubblica piazza. Magari ama stare sui social e condividere un progetto ( di qualunque genere ), ma se sviluppa una qualche genere di attività non è detto che debba obbligatoriamente raccontare per filo e per segno la sua vita privata.

Dobbiamo avere rispetto anche per chi decide di non voler far coming out... In effetti, se seguiamo una persona non ci serve a nulla sapere con chi si bacia o va a letto, perché magari la seguiamo per un progetto.

Allo stesso modo mi rendo conto che, oltre la mera morbosità di alcune persone ( che onestamente lascia il tempo che trova e che ovviamente non andrebbe assecondata ), ci sia la voglia di sentirsi in qualche modo “ rappresentati “ dalle persone che seguiamo con piacere, comprendo anche questo.

L’unica cosa che non comprendo e che onestamente non tollero sono le bugie.

Prendete per esempio me, se io non avessi mai fatto coming out e non direi di essere una persona transgender sarebbe assurdo che io negassi di esserlo.

Tutt’al più potrei far comprendere che non è necessario conoscere determinate informazioni se per esempio mi occupo di un settore che non implica lo svisceramento di ciò che ho dentro.

Ma negare categoricamente di essere trans ( magari anche a percorso “ completato “ ) è come buttare fango sulla tua categoria, perché come ho detto in Non Chiamatemi TRANS non smetti mai di essere una persona transgender.

E nonostante certe cose mi facciano incavolare perché bisogna essere ASSOLUTAMENTE FIER* di essere transgender, in quanto valore aggiunto, anche in questo caso mi rendo conto che molte persone vivano la propria condizione come un vero tormento, anche dopo aver “ completato “ le operazioni.
Questo è perché non è stato fatto un buon lavoro interiore e quindi rimangono da desensibilizzare alcune dinamiche che fanno parte del nostro vissuto.

Perché come vi ho scritto nella caption di questa foto:



cito testualmente una parte di essa ( poi se avete voglia, vi lascio la foto per approfondire ): 
Mi guardo in questo scatto, trovo parti di me che vorrei migliorare con l’aiuto della chirurgia ma non detesto nulla di me… Ho la consapevolezza che il mio aspetto cambierà ( e non vedo l’ora che ciò accada ) ma mentre attendo, vivo ogni giorno con un grande amore, verso me stessa. 
E questo non è avvenuto per magia, per fortuna o per natura ma semplicemente perché mi sono applicata nel mio percorso di crescita personale, quindi tutt* possiamo arrivare a questo status quo.

Ergo, per arrivare alla conclusione di questo post vi dico che… è assolutamente facoltativo fare o non fare coming out ma è assolutamente importante essere pro comunità LGBTQ+ ( che personalmente denominerei Rainbow Community o Comunità arcobaleno, per semplificare dato che la sigla è un po' lunghina... E per fortuna che è stato inserito il + altrimenti ci sarebbe stata una sfilza di lettere chilometrica 😅 ) anche perché sebbene ci sia chi crede che dopo le unioni civili i nostri diritti siano finiti perché “ vi potete sposare, per cos’altro dovete manifestare? “ abbiamo bisogno di tutti, perché facciamo parte tutti di una sola e grande comunità quella umana e dobbiamo supportarci e rispettarci in quanto persone.

E se qualcun* ha bisogno di supporto, è bene che tutt* si mettano in prima linea per far sì che nessun* venga considerat* parte di una minoranza bistrattata.
Don’t be proud… Be PRIDE!

E voi anime colorate? Conoscevate la differenza tra Outing e Coming Out?
Siete a favore o meno del coming out?
Pensate che ce ne sia ancora bisogno o se ne possa già fare a meno?
Come sempre vi invito a raccontarmi i vostri pensieri, qualora vogliate condividerli con me.

Mi raccomando, non dimenticate di far parte della nostra #RainbowFamily🌈 interagendo con me attraverso i social, perché il contatto umano è quel battito di colore in questo mondo virtuale.
Lots of Love
Shikal Michelle 
💛 ❤️ 💜 💙 💚