domenica 28 giugno 2020

Cose da NON chiedere ad una ragazza TRANSGENDER | La Ragazza con la Sciarpa 🏳️‍🌈 I'm not proud... I am PRIDE 🏳️‍🌈

Non molti di voi sapranno, che nel 2018 sono stata contattata dall'Endemol per partecipare ad un programma che è andato in onda su Real Time...
Cose da non chiedere
Ciao a tutte anime colorate e bentornata #RainbowFamily🌈




Come dicevo appunto, mi hanno chiesto se volessi partecipare a questo programma... Alla quale non ho partecipato non perché non mi interessasse dato che il format era molto carino, semplicemente perché sarei dovuta andare a Roma, soggiornarci almeno una notte a carico mio e non era previsto nemmeno un rimborso spese, ho preferito lasciare il posto a chi ha potuto farlo.

Ero anche stata contattata uno o due anni prima per i casting del grande fratello, ma questa è un'altra storia.

Ad ogni modo, il programma Cose da non chiedere verteva sul mettere in luce comunità di persone sulle quali vertono dei pregiudizi come i nani, i rom, i disabili, gli immigrati, persone con sindrome di down, obesi e ovviamente persone transgender... Categoria alla quale avrei preso parte.

Oggi però, sono qui a rispondere alle stesse domande che sono state poste alle persone intervistate e a mettere alcuni puntini sulle i.

Online ho trovato due video ( che potete vedere cliccando QUI e anche QUI ), con domande differenti è probabile che la puntata sia stata frammentata a metà, per questo non so se le domande saranno in ordine cronologico... Io comunque parto.


1. Che cos'è un* trans?
Una persona transgender è una persona, innanzitutto, che si accorge di avere una disconnessione tra genere ( il corpo in cui abita ) e identità di genere ( cervello ).
Avendo questa che viene definita, disforia di genere ( che non è una malattia mentale, dato che nel 2019 l'OSM finalmente è stata rimossa da questa categoria ), una persona può intraprendere un percorso di transizione da un genere ad un altro.
I generi che cambiano sono maschio e femmina, non uomo e donna ( quelle sono le identità di genere ).
Per chi volesse approfondire ho trattato l'argomento in TRANS.

Comunque più filosoficamente potrei dirvi che una persona transgender è una persona che si ama talmente tanto, da rivoluzionare se stessa per arrivare alla propria vera essenza.

Prima di passare alla prossima domanda, fatemi aprire una piccola parentesi perché Moira, la trans bionda con le ciocche fucsia dice ( cito testualmente ) " le donne facciamole fare alle donne, noi siamo solo ed esclusivamente trans, sempre e comunque ), su questo argomento ho dedicato il post UNICITÀ... La reale diversità, in cui  dissento da ciò che ha detto, soprattutto per il messaggio che è passato che richiama molto un concetto un po' arretrato di trans.


2. Qual è il tuo nome sulla carta d'identità?
Il mio nome sulla carta d'identità attualmente a Giugno 2020 è ancora purtroppo un nome al maschile, in quanto in Italia non è possibile avviare le pratiche, per la rettifica anagrafica se non si inizia una terapia ormonale.
Quanto per quanto riguarda la Lombardia, che come mi conferma chi lavora all'interno della regione, le pratiche sono le più lunghe d'Italia.
Yuppiiiiiii 😅😒🤦🏼‍♀️

Il mio nome ( da trans ) ossia il mio reale nome è Shikal Michelle.
Ho mantenuto il doppio nome perché in famiglia, lo abbiamo tutti, anche il cane 😁 è una tradizione che mi ha madre ha avviato e che io ho voluto portare avanti.
Poi mi ha tolto dall'empasse di doverne scegliere uno solo ahahahahahahahaha 😂
Ad ogni modo Shikal è un nome che ho coniato io, durante un percorso spirtuale e che è nato proprio per rappresentarmi a pieno, col senno di poi vi dico che in maniera latente c'era la voglia di appartenenza ad un nome che non fosse quello maschile.
Michelle invece è il modo in cui storpiavano il mio nome per fare bullismo e razzismo di genere ( omofobia, giusto per intenderci ma ricordate che l'Omofobia non esiste ) e quindi come dicevo in NON usare quelle parole, me ne sono riappropriata esorcizzando tutto il male che degli ignoranti avevano intriso sopra questo splendente nome.

PS. Soprattutto rivolto ai ragazzi che si approcciano a noi MTF, ma in generale ( poi anche qui farò un post dedicato ) ma evitate domande come " Qual è il tuo vero nome? ".
Questo denota il fatto che è come se noi stessimo interpretando un personaggio.
Non è così. Noi stiamo vivendo la nostra vera vita.
Il nostro vero nome è quello che ci siamo scelt*.
Al massimo la domanda potrebbe essere " Qual è il tuo nome al maschile ( per le MTF ) / al femminile ( per gli FTM ) " ma questa è una domanda che NON andrebbe fatta, perché la curiosità morbosa, soprattutto se non hai una grande confidenza con la persona alla quale la poni, non ti serve per conoscere la persona, nel qui ed ora!


3. Com'è essere stata sia uomo che donna?
Biiiiiiiiitch! Un secondo, ho bisogno di un goccio d'acqua.
Ok, dopo essermi reidratata, mi tocca rimandarvi allo stesso post che ho citato prima, ossia TRANS questo perché é fondamentale, comprendere la differenza tra identità di genere e genere fisico.
Le persone transgender binarie ( quindi escludiamo agender, non binari, genderfluid e chi altro mi dimentico? ) non cambiano identità ( uomo - donna ) di genere ma genere ( maschio - femmina ).
Per questo non sono state sia uomo che donna, sono sempre state o uomo o donna ma in un corpo in cui non c'è concordanza tra identità di genere e genere e per questo c'è disforia.

Ad ogni modo essere come sono mi ha permesso di dare un senso alla mia vita... Essere trans per me è una benedizione perché sono unica nel mio genere come vi ho spiegato in UNICITÀ... La reale diversià!

Per quanto riguarda il programma mi piace cosa dice Simona, la ragazza con i capelli grigi ( di nuovo riporto testualmente ): " Quello che veramente cambia è il corpo, perché le anime sono quelle secondo me "... Ben, detto ragazza.. Approvo a pieno 😊

Qui termina la prima parte e procede con la seconda...


4. Non ti sembra un capriccio? Non potevi essere gay e basta?
Qui esco un attimo da clima leggero ma serio con la quale rispondo alle domande perché è un argomento che può essere molto delicato.
Avete presente la canzone " If I where a boy " di Beyonce? Penso sia stata un po' il cruccio di molte persone transgender all'inizio della transizione, quando gli ostacoli sono ad ogni passo.

Essere gay e basta, soprattutto nel caso degli uomini, sarebbe stato molto più semplice da un certo punto di vista.

Ma le persone transgender non solo la versione evoluta delle persone omossesuali.

L'omosessualità è una sessualità ( preferenza sessuale e affettiva ).

L'essere transgender è una disforia di genere ( non avere un legame tra chi sei e la fisicità che il tuo corpo rappresenta per le caratteristiche fisiche che ha ).

Sono due cose differenti ma non per forza scisse perché anche le persone transgender hanno la propria sessualità e che non è per forza quella che ci si può aspettare, in base al fatto che una persona transizioni da maschio a femmina o viceversa.

In questo caso invece, per quanto riguarda le risposte date da chi ha partecipato al programma, sono d'accordo con Moira quando dice ( cfr. ) " Essere se stessi non è un capriccio " e con Simona ( cfr. ) " Non è un capriccio, è una necessità ".
Christopher ( il ragazzo con la camicia viola ) spiega infatti che non è semplice il cambio anche in fase di terapia ormonale, per cui per chi pensa che sia una scelta, può capire che non essendo autolesionisti, non facciamo nessuna scelta ( ma indovinate? Anche qui arriverà un post dedicato, lo so che è un continuo rimandarvi a... Ma credo che certi argomenti abbiano necessità di essere ampliati e che abbiano uno spazio dedicato per essere compresi a pieno ).
Assolutamente ben detto!


5. Quanto costa cambiare sesso?
La risposta è TROPPO!
Io, purtroppo, non ho ancora rifatto nulla a livello estetico, se non rimosso i peli superflui sul viso con il laser.
Ci ho messo tre anni, anche perché in realtà per due anni sono andata in una nota catena di centri estetici, in cui però era presente anche il dermatologo, ma avevano un macchinario vecchio e quindi sì ho avevo cominciato a risolvere ma non riuscivo ad ultimare.

Cosa che invece ho fatto nel centro in cui sono andata successivamente.

Tra l'altro se vi interessa potrei fare un post dedicato all'epilazione " permanente " perché anche qui sono successi dei disastri, dalla quale vorrei mettervi in guardia.
Fatemi sapere :)

Ad ogni modo la terapia ormonale ha un certo costo che va sostenuto " a vita ".
Tutte le operazioni chirurgiche sono a carico di chi le vuole effettuare, ad eccezione della mastoplastica additiva, che in una regione italiana ( mi sembra in Emilia Romagna, ma non ne sono certa ) è mutuabile e lo stesso vale per la riconversione chiurgica, che è possibile sostenere con il servizio sanitario nazionale mettendosi in lista e affidandosi alle tecniche che conosciute dai medici italiani.

Ci sono persone che ad un certo punto fanno il finanziamento per una casa.

Noi lo facciamo per essere come vorremmo e poi anche per un casa se non vogliamo dormire sotto i ponti.

Ora non dico che lo stato debba fornire tutto gratuitamente, ma almeno gli ormoni o quanto meno la mastoplastica addittiva ( per chi vuole effettuarla ).

Un po' come gli assorbenti per le donne cisgender.
Io non ho le mestruazioni, ma a parer mio dovrebbero gratis o quanto meno essere soggetti alle varie esenzioni.
Avere il ciclo mestruale non è un vizio, è un'esigenza fisica.

Passo alla prossima domanda perché qui se no, parte un comizio di un'ora... Evitiamo!


6. Com'è il sesso dopo la transizione?
Stendo un velo pietoso su ciò che ha detto Moira perché esprime sempre dei concetti così retrogradi e svilenti.
Per quanto mi riguarda vorrei potervi dire com'è il sesso dopo la riassegnazione chirurgica ma purtroppo non è ancora giunto questo giorno.
Per quanto invece riguarda il sesso in generale io mi sono sempre sentita molto libera e ho avuto sempre persone, sia pre che post transizione, che mi hanno fatta sentire a mio agio, un fattore per me imprescindibile.

In particolare, mi sono sentita completamente a mio agio ( perché con le altre persone c'era comunque una " riserva " di pudore ) con una persona, che è stata presente negli ultimi anni... Ve ne ho anche parlato in Grazie perché..., in inglese credo che il termine risulti meno grezzo, si tratta di friend with benefits. 

Però in generale, proprio perché ho sempre cercato la tranquillità mentale, la complicità con l'altra persona, una certa conoscenza e confidenza, nonostante ci sia questa parte del mio corpo che detesto o che comunque sento estranea seppur, purtroppo, facente parte della mia fisicità, ecco non ho mai vissuto il sesso con disarmonia o emozioni negative.
Una gioia ogni tanto, non la disdegniamo.

Finalmente ho dato una degna risposta a queste domande che secondo me, erano state trattate in un modo non completamente esatto, soprattutto per le risposte di una partecipante in particolare.
Credevo che questo post, a differenza degli scorsi sul pride fosse più leggero e in parte lo è stato, ma quando si parla di determinate tematiche è purtroppo impossibile trattare l'argomento con lo stesso mood in cui vi parlo dei prodotti TOP e FLOP, che per quanto comunque sia seria perché non voglio dare aspettative sbagliate sui prodotti e quindi su ipotetici soldi che una persona potrebbe spendere, però insomma sono serietà differenti mettiamola così.


E voi anime colorate conoscevate le informazioni che ho dato in queste risposte ( magari perché leggete il mio blog da anni ) oppure sono novità?
Pensavate mai che una persona transgender, dovesse spendere tanti soldi per potersi sentire a proprio agio?
O credevate che fosse tutto più semplice?
Se vi va, vi invito ( come sempre ) a condividere con me i vostri pensieri :)

M raccomando, non dimenticate di far parte della nostra #RainbowFamily🌈 interagendo con me attraverso i social, perché il contatto umano è quel battito di colore in questo mondo virtuale.

Lots of Love
Shikal Michelle 
💛 ❤️ 💜 💙 💚 

giovedì 25 giugno 2020

Outing VS Coming Out | La Ragazza con la Sciarpa 🏳️‍🌈 I'm not proud... I am PRIDE 🏳️‍🌈

A volte vengono scambiati per sinonimi... Ma sarebbe meglio evitare dato che hanno due significati differenti... 
Andiamo a vedere cosa  rappresentano.

Ciao a tutte anime colorate e bentornata #RainbowFamily🌈


Oggi inizia la parte della mia rubrica La Ragazza con la Sciarpa dedicata al Pride, con la speciale connotazione I'm not proud... I am PRIDE che vi ho spiegato in questa foto:



che come potrete immaginare è terza parte di una composizione... Sì, io poco prolissa, come al solito 😅... Tanto per cambiare 😂 )!

Come penso immaginerete gli argomenti che affronterò a Giugno, saranno incentrati maggiormente sul mondo LGBTQ+ e in particolare su quello transgender ( facendo io parte della categoria ) proprio perché Giugno è il mese dell'orgoglio Pride!

Ma veniamo al dunque perché noto che a volte c'è ancora un po' di confusione sui termini:
outing e coming out.

Molto semplicemente:

coming out: è l'azione che una persona compie nel rivelare la propria sessualità ( o identità di genere nel caso delle persone transgender )

outing: è l'azione che una persona compie nel rivelare indebitamente la sessualità di un'altra persona.

Per farvi un esempio sulla mia persona, quando avevo 16 anni sono stata costretta a fare coming out con i miei genitori perché una persona che all'epoca reputavo amica, ha fatto outing sulla mia sessualità, quindi per non fare sapere ai miei genitori tutto dalle voci che sarebbero girate nel paese ho dovuto raccontare loro.

In realtà, non ho ben capito cosa temessi, dato che ho sempre avuto dei genitori molto aperti a tutto però è vero anche che avevo 16 anni, ci sta che temessi una qualche forma di dissenso.

Detto questo, penso sia intuibile il fatto che è possibile ( ma non obbligatorio, fra poco approfondiamo ) fare coming out ma è assolutamente VIETATO fare outing, ledendo la privacy di un’altra persona.

Alla fine io oggi ne parlo con molta serenità, perché, come vi ho sempre detto, ho la fortuna di avere una famiglia che mi ha supportata nei miei percorsi di vita.

Ma ritrovarsi nella condizione di dover obbligatoriamente rivelare qualcosa di intimo e personale perché una persona lo sta diffondendo manco fosse acqua nel deserto, non è bello.
Ritrovi la tua privacy violata.

Ti trovi costretta a correre ai ripari, dovendo anche subire un’umiliazione pubblica... Non perché far parte del mondo LGBTQ+ sia umiliante, ma perché viene esposto a tutti un qualcosa di intimamente tuo e poi perché in molti contesti ti fanno sentire sbagliat* se non sei come vogliono loro.

Sì, siamo nel 2020 e purtroppo accade ancora questo.

E poi pensate se la mia famiglia non mi avesse accettata... Mi sarei potuta trovare nei guai seri, come è successo a moltissime persone che si ritrovano senza un tetto, senza affetti o peggio ancora subiscono forti atti di violenza.

Capite perché ogni persona deve fare coming out, solamente se ha intenzione di farlo?
Fare coming out è una scelta, non è un obbligo.

Ogni persona decide se farlo e con chi farlo, può farlo con poche persone fidate o pubblicamente.

Nel mondo che vorrei ( come canta la mia amatissima Laura Pausini ) non ci sarebbe bisogno di alcuna dichiarazione, perché le persone si amano a prescindere da tutto e ogni persona può amare una persona in quanto persona, in primis.

Però non siamo ancora arrivati a questo punto, nonostante viviamo nel 2020, oggi come oggi, credo sia importante fare coming out per aiutare la nostra causa.

Far comprendere al mondo che esistiamo, che abbiamo dei diritti e che abbiamo bisogno di leggi che ci tutelino.

Inoltre fare coming out, aiuta le persone più timorose ad avere la speranza di non soccombere alle angherie che subiscono, fa sentire loro che non sono sole e che facciamo parte di una comunità, sì quella LGBTQ+ ma soprattutto quella umana.

Fare coming out, ad oggi, è ancora importante... Però, dobbiamo anche rispettare chi non ha voglia di esporre la propria persona in pubblica piazza. Magari ama stare sui social e condividere un progetto ( di qualunque genere ), ma se sviluppa una qualche genere di attività non è detto che debba obbligatoriamente raccontare per filo e per segno la sua vita privata.

Dobbiamo avere rispetto anche per chi decide di non voler far coming out... In effetti, se seguiamo una persona non ci serve a nulla sapere con chi si bacia o va a letto, perché magari la seguiamo per un progetto.

Allo stesso modo mi rendo conto che, oltre la mera morbosità di alcune persone ( che onestamente lascia il tempo che trova e che ovviamente non andrebbe assecondata ), ci sia la voglia di sentirsi in qualche modo “ rappresentati “ dalle persone che seguiamo con piacere, comprendo anche questo.

L’unica cosa che non comprendo e che onestamente non tollero sono le bugie.

Prendete per esempio me, se io non avessi mai fatto coming out e non direi di essere una persona transgender sarebbe assurdo che io negassi di esserlo.

Tutt’al più potrei far comprendere che non è necessario conoscere determinate informazioni se per esempio mi occupo di un settore che non implica lo svisceramento di ciò che ho dentro.

Ma negare categoricamente di essere trans ( magari anche a percorso “ completato “ ) è come buttare fango sulla tua categoria, perché come ho detto in Non Chiamatemi TRANS non smetti mai di essere una persona transgender.

E nonostante certe cose mi facciano incavolare perché bisogna essere ASSOLUTAMENTE FIER* di essere transgender, in quanto valore aggiunto, anche in questo caso mi rendo conto che molte persone vivano la propria condizione come un vero tormento, anche dopo aver “ completato “ le operazioni.
Questo è perché non è stato fatto un buon lavoro interiore e quindi rimangono da desensibilizzare alcune dinamiche che fanno parte del nostro vissuto.

Perché come vi ho scritto nella caption di questa foto:



cito testualmente una parte di essa ( poi se avete voglia, vi lascio la foto per approfondire ): 
Mi guardo in questo scatto, trovo parti di me che vorrei migliorare con l’aiuto della chirurgia ma non detesto nulla di me… Ho la consapevolezza che il mio aspetto cambierà ( e non vedo l’ora che ciò accada ) ma mentre attendo, vivo ogni giorno con un grande amore, verso me stessa. 
E questo non è avvenuto per magia, per fortuna o per natura ma semplicemente perché mi sono applicata nel mio percorso di crescita personale, quindi tutt* possiamo arrivare a questo status quo.

Ergo, per arrivare alla conclusione di questo post vi dico che… è assolutamente facoltativo fare o non fare coming out ma è assolutamente importante essere pro comunità LGBTQ+ ( che personalmente denominerei Rainbow Community o Comunità arcobaleno, per semplificare dato che la sigla è un po' lunghina... E per fortuna che è stato inserito il + altrimenti ci sarebbe stata una sfilza di lettere chilometrica 😅 ) anche perché sebbene ci sia chi crede che dopo le unioni civili i nostri diritti siano finiti perché “ vi potete sposare, per cos’altro dovete manifestare? “ abbiamo bisogno di tutti, perché facciamo parte tutti di una sola e grande comunità quella umana e dobbiamo supportarci e rispettarci in quanto persone.

E se qualcun* ha bisogno di supporto, è bene che tutt* si mettano in prima linea per far sì che nessun* venga considerat* parte di una minoranza bistrattata.
Don’t be proud… Be PRIDE!

E voi anime colorate? Conoscevate la differenza tra Outing e Coming Out?
Siete a favore o meno del coming out?
Pensate che ce ne sia ancora bisogno o se ne possa già fare a meno?
Come sempre vi invito a raccontarmi i vostri pensieri, qualora vogliate condividerli con me.

Mi raccomando, non dimenticate di far parte della nostra #RainbowFamily🌈 interagendo con me attraverso i social, perché il contatto umano è quel battito di colore in questo mondo virtuale.
Lots of Love
Shikal Michelle 
💛 ❤️ 💜 💙 💚