domenica 10 ottobre 2021

Il giorno dopo un ATTACCO di PANICO... ISTRUZIONI PER L'USO 📝 | La Ragazza con la Sciarpa

10 OTTOBRE - GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA SALUTE MENTALE 🌱

Ciao a tutte anime colorate e bentornata #RainbowFamily🌈

Qualche giorno fa, mi sono ritrovata a fare i conti con un attacco di panico...

Non accadeva da più di un anno e no, al contrario di ciò che ha pensato mia madre non è una " sfortuna " perché l'ansia o il panico sono una forma di comunicazione che il nostro corpo ha per manifestare qualcosa che non vediamo e che in qualche modo ci sta facendo del male.

Sì, lo so, sembra contraddittorio che una cosa come il panico possa essere un meccanismo di difesa, ma di questo ne parlerò più avanti in un post dedicato alla mia personale esperienza, di cui già vi ho cominciato a raccontare l'anno scorso proprio il 10 Ottobre in ANSIA, ATTACCHI di PANICO, DEPRESSIONE | La Ragazza con la Sciarpa ( e relativo video su Youtube ), ma non è finita perché ci sono importantissimi risvolti che credo / spero possano essere utili anche ad altre persone.

Questo è ciò che accade, per quanto spiacevole e mentalmente sconfortante quando un attacco di panico si manifesta non questione ( come dicevo prima ) di una fortuita casualità ma è una  risposta ad uno stimolo.
Esattamente come quando starnutiamo in risposta a qualcosa che ci stuzzica l'olfatto. 

Certo, non sono paragonabili le due dinamiche ci mancherebbe, ho solo portato un esempio banale anche per cercare di smontare l'eccessivo timore che si ha nei confronti dell'ansia e/o del panico... Ripeto, sono a conoscenza di quanto siano fastidiosi, anzi sono fastidiosissimi ma non sono pericolosi e quando vengono fuori, dobbiamo andare a capire ( anche supportatƏ da unƏ professionista ) quali emozioni si nascondono dietro la paura e cosa noi stessƏ ci stiamo comunicando con quell'attacco di panico o con quello stato ansioso.

Ad ogni modo, il punto su cui oggi mi vorrei focalizzare è ciò che accade dopo che veniamo travoltƏ da un attacco di panico.
Sì, travoltƏ perché la sensazione è esattamente quella... Come dicevo nella caption di questa foto

quando si manifesta un attacco di panico è come vedere arrivare un onda, una di quelle belle grandi a cui sai che non riuscirai a sfuggire, poi vieni travoltƏ, rimani per un po' sott'acqua e quando l'onda si ritira tu sei lì sul bagnasciuga... EsaustƏ.

Ti senti frastornatƏ, strematƏ e impauritƏ.


OVVIAMENTE la terapia ti aiuta non solo a gestire il panico ma ad avere gli strumenti giusti per non farsi inglobare da quell'aspirale di pensieri negativi che ti imprigiona in un vortice discendente e che può diventare un ( leggero o meno ) riflesso della depressione.

Io stessa qualche anno fa dopo gli attacchi di panico importanti, quelli un po' più imponenti restavo atterrita a letto per qualche giorno, mi sentivo inerme, svuotata e demotivata ad andare avanti.

Quest'anno non solo non è accaduto, ma ho continuato per quanto possibile la mia routine ( anche solo parte di essa va bene se non ci sentiamo di riprendere in mano tutto subito ), mi sono truccata e ho portato fuori il cane.

Avere una buona educazione mentale, una buona forma mentis ( se non sa di cosa parlo ti consiglio di leggere Forma Mentis... Come EDUCARE la MENTE | La Ragazza con la Sciarpa o se preferisci vedere il medesimo video su Youtube ) ci aiuta con piccoli e semplicissimi passi nella vita di tutti i giorni ad andare avanti senza restare bloccatƏ in dei loop mentali che possono rendere un pochino più difficile tornare al quotidiano ( e teniamo sempre a mente che per quanto possa essere difficile non è MAI impossibile ). 

Quindi il mio personale consiglio, il giorno dopo un attacco di panico è quello di alzarsi comunque dal letto, anche solo per lavarsi il viso, fare una doccia, applicare la skincare e sembra banale ma non lo è, togliere il pigiama e indossare degli abiti comodi da casa.... Sì, anche se poi continuate a stare a letto o sul divano, ma non rimanete in pigiama. Sembra una sciocchezza ma spezza la continuità e in minima parte rende " diversa " la giornata.

Apriamo le finestre per favorire il ricambio d'aria e non respirare aria viziata ( anche mentalmente, magari approfondisco in un altro post ) e... Consiglio datomi dalla mia amica Lucia, dato che sono agorafobica e tendo quindi a chiudermi a riccio, aprire anche le persiane e fare entrare luce che grazie anche alla produzione di Vitamina D che avviene nel nostro organismo, ci aiuta a sentirci meglio.

Aggiungo io, se riusciamo facciamo due passi. Non serve andare chissà dove, basta anche andare a gettare l'immondizia. Ovviamente se vi sentite a vostro agio anche nel fare una piccola passeggiata persino di pochi minuti va benissimo.

Se poi vi da fastidio magari essere vistƏ da altre persone ( lo capisco, non è mai piacevole farsi vedere quando non siamo in forma ) magari uscite in orari in cui sapete che ci sono poche persone in giro e perché no, fatevi accompagnare da qualcunƏ
Anche se, permettetemi di dirlo, STI C***I se le altre persone vi vedono stravolte in faccia, dobbiamo anche normalizzare questi momenti in cui una persona può non stare bene.

E qui mi collego all'altra parte delle istruzioni che devono essere messe in atto quando una persona ha avuto un attacco di panico e riguardano le altre persone.

Sebbene avete ( avuto ) attacchi di panico nella vostra vita, il modo di reagire di ogni persona è unico ( come racconto in UNICITÀ... La reale diversità | La Ragazza con la Sciarpa 🏳️‍🌈 I'm not proud... I am PRIDE 🏳️‍🌈 ) per tanto non è detto che ciò a che a voi fa stare bene vada bene anche per altre persone, quindi evitate consigli non richiesti ma ponete domande, perché mettersi in ascolto è la migliore soluzione per fare realmente del bene, per aiutare a una persona che sta invece vivendo un temporaneo malessere.

Ergo poniamo domande come:

- Vuoi parlare di ciò che ti è accaduto perché hai bisogno di buttare fuori o preferisci farlo con il/la tuƏ professionistƏ e quindi parlare di altro per distrarti? 

( Io per esempio preferisco parlare delle mie difficoltà solo con la mia dottoressa perché magari sono tasti ancora dolenti e quindi voglio vivermi il quotidiano con più leggerezza ).

- Ti va di parlare o hai necessità di stare per conto tuo?

( Perché è possibile che una persona si senta anche sopraffatta dal contatto con le altre persone, soprattutto se sono tante ).

Nel caso in cui una persona voglia parlare chiedete anche se preferisca scrivere o parlare a voce ( sembra superfluo ma non lo è ).

Evitiamo invece domande come:  Come mai?, Cos'è successo?, Di nuovo? Perché già una persona si ritrova a dover vivere quelle problematiche, certamente non necessita anche di un'interiore analisi ( oltre a quella del/la professionista a cui si affida ) non richiesta.

Differente è il caso in cui qualcunƏ spontaneamente comincia a raccontare, perché in quel caso evidentemente si sente di parlarne con noi.

E ultimo, ma non per importanza, anzi... Forse avrebbe dovuto essere uno dei primi punti... Ma più di ogni altra cosa PER FAVORE evitate di sminuire con frasi tipo:

- non hai nulla

- è solo nella tua testa

o le peggiori di tutte ( per quanto mi riguarda ):

-  RESPIRA 

- TRANQUILLIZZATI 

Ora, sono certa che tutti questi preziosi consigli vengano elargiti per il bene della persona in questione ma sebbene anche io sappia che è " tutto nella mia testa " e che non sto morendo perché so che il panico è una forma di comunicazione, magari in quel momento ho proprio bisogno di svagarmi anziché di innervosirmi a causa di queste frasi, lasciatemelo dire, idiote perché non ha alcun senso che tu mi dica tranquillizzati durante un attacco di panico perché se fossi stata in grado di tranquillizzarmi non sarei agitata... No?

Piuttosto si possono usare frasi dall'impronta più delicata come " Respirare insieme può aiutarti a rilassarti, ti va di farlo? " e poi magari dopo un po' si può chiedere " Ti senti più serenƏ ? ".

Forse, anche in modo non cosciente, ma a volte chi ci vede da fuori può andare essƏ stessƏ in agitazione non sapendo come muoversi e quindi poi espone frasi simili, se mi seguite lo sapete, io sono quell'OLTRE ( le apparenze ) e cerco sempre di capire quali possono essere le motivazioni che spingono una persona a comportarsi in un determinato modo, ma da figlia degli anni 90 e soprattutto di sua maestà Sailor Moon non possono ( vivendo io in prima persona certe dinamiche ) non essere un pochino paladina... 

Che poi secondo voi io sarei più Sailor Ansia o Sailor EMDR? Ahahahahahaha 😂 Ma a parte l'ilarità che ci tenevo ad inserire per alleggerire un po' il clima vorrei concludere proprio puntando un highlight su tutti i punti trattati in questo post perché sono piccoli piccoli passi che fanno la differenza, sia per chi vive un attacco di panico e sia per chi è intorno.

Non penso sia necessario ricordare che dopo un attacco di panico è opportuno parlare con il/la professionistƏ che ci segue per farci indirizzare sulla strada corretta per tornare al nostro benessere e se è la prima volta che vi succede, vi consiglio unƏ professionista espertƏ in EMDR ( qui: https://emdr.it/index.php/terapeuti/ trovi la lista dei/lle professionistƏ divisa per comuni ) perché questo tipo di terapia, personalmente mi ha salvato la vita.

Concludo dicendov(m)i anche di non sentirvi minimamente in colpa se avete bisogno di un po' di tempo per voi, per cercare di ristabilire l'equilibrio dentro di voi perché non c'è e non deve esserci in alcuna vergogna dato che stiamo lavorando per la nostra salute mentale.

Esattamente come quando ci prendiamo qualche giorno per qualunque malattia e/o infortunio, allo stesso modo abbiamo il diritto di prenderci cura di noi dopo un attacco di panico, perché se non ci prendiamo cura di noi, nessuno può farlo per noi... Le persone che ci amano possono starci accanto ma siamo noi a dover compiere i passi... E il bello è che abbiamo tutti gli strumenti e le possibilità per farlo, anche se magari non ce ne rendiamo conto subito.

Vi abbraccio forte.

E voi anime colorate che ne pensate?
Vi siete mai trovate  a dover gestire un attacco di panico vostro o di un'altra persona? In che modo vi muovete? Ci sono cose che vi danno fastidio che le persone fanno e che io non ho menzionato?
Se vi va, vi invito ( come sempre ) a condividere con me i vostri pensieri :)


Mi raccomando, non dimenticate di far parte della nostra #RainbowFamily🌈 interagendo con me attraverso i social, perché il contatto umano è quel battito di colore in questo mondo virtuale.

Lots of Love
Shikal Michelle
🤍💛🧡❤️💜💙💚🤎🖤

giovedì 3 dicembre 2020

Le dimensioni contanto | La Ragazza con la Sciarpa

Il 24 Novembre 2020 ho condiviso sulle mie stories di Instagram questo post di La Cultura Positiva accompagnandolo con la frase " Esattamente ciò che faccio io con i miei contenuti " e così ho pensato di fare una riflessione in merito e ho pensato di farla qui, perché ci terrei che ciò che dico e penso non svanisca dopo 24h.

Ciao a tutte anime colorate e bentornata #RainbowFamily🌈

Oggi voglio parlarvi del mio modo di fare contenuti, che sicuramente ha un grandissimo margine di miglioramento da moltissimi punti di vista, ma se c'è una cosa che non cambierei è il loro essere " completi ", mi spiego, volendo potrei prendere un argomento e dividerlo in più parti in modo da avere post più corti e in maggior quantità, da condividere in momenti differenti.

A livello di marketing sarebbe un'azione più vantaggiosa per me, mi porterebbe più visualizzazioni, più entrate, ci sarebbe un engagement maggiore ma questo andrebbe a discapito di chi ricerca un certo tipo di informazione, perché si troverebbe costrett* a dover aspettare la pubblicazione intera dei " paragrafi che compongono l'intero capitolo ".

Se una persona cerca una soluzione o vuole un punto di vista diverso dal proprio, immagino che lo vuole nel momento in cui lo cerca, quindi che senso ha fornirglielo a spizzichi e bocconi?

Ovviamente posso permettermi di fare questo ragionamento e questa scelta perché questo non è attualmente il mio lavoro primario, ma è un vero e proprio lavoro perché mi impiega davvero un sacco di tempo, di risorse, di sacrifici.
È un lavoro che faccio pro bono publico, ma non per questo non è stancante, esattamente come un lavoro retribuito.

Inoltre voglio farvi comprendere l'importanza di ogni persona che guarda un contenuto che crei, mettiamo per esempio che un mio video venga da 100 persone e che solo il 10% di queste lo guardi dall'inizio alla fine.
Sapete cosa significa? Che 10 persone su 100 hanno trovato interessante il contenuto.

10 persone su 100, 10 persone su 100... NON solo 10 persone su 100 ma ben 10 persone su 100.
Certo sono dei numeri bassissimi a livello di audience, se dovessi farlo come lavoro retribuito ovviamente dovrei fare qualcosa che vada più incontro alla volontà del mio pubblico, ma come era scritto nel post di La Cultura Positiva, io non faccio questo per piacere agli altri ma per condividere ciò che piace a me.
Il mio scopo non è di arrivare alla massa... Se di queste 100 persone 10 mi trovano interessante / trovano interessante ciò che dico è giusto così.

Sono 10 persone, immaginiamo 10 persone in una stanza, non sono poche e soprattutto perché queste persone mi hanno dedicato il proprio tempo, una parte della propria vita, questo non è scontato né dovuto ( questo argomento verrà ampliato in un post dedicato ).
Per questo sono 10 persone e non solo 10 persone.

Se mi segui da tempo saprai che sono anni che dico di essere una persona a cui piace aiutare gli altri ( aggiungo in un modo che stimoli il mio modo di essere ), anche quando il 12 Settembre 2019 sono ritornata con le pubblicazioni partendo da Back to... ho espressamente detto che se ciò che io ho vissuto anche in maniera dolorosa e sofferta, può aiutare altre persone a risolvere un problema o ad elaborare parti della soluzione in maniera più tempestiva, chi sono io per privare qualcun* di questo aiuto?

Cavolo, magari lo avessi avuto. Io faccio ciò, purtroppo non ho avuto ma non vorrei mancasse agli altr*.

Quindi sì, ovviamente sarebbe bello poter arrivare ad aiutare più persone possibili, ma nel qui e ora io sono grata che il mio messaggio sia arrivato a queste 10 persone...È fantastico, sono 10 persone.
Inoltre è possibile che queste 10 persone condividano, non per forza condividendo il mio post ma esponendo semplicemente il concetto, ciò che ho detto ad altre persone o magari non per forza tutte e dieci ma solo una parte... Teniamo anche conto che magari questo concetto non è utile a tutti oggi,  qualcun* ne può usufruire adesso, qualcun altr*  fra un anno, ci sarà magari chi lo farò proprio fra dieci anni oppure mai ( perché magari lo ha già appreso ), il mio intendo non è quello di gestire la vita delle persone ma semplicemente quello di condividere qualcosa che io ho imparato, qualcosa che conosco, un messaggio in maniera molto generalista, una serie di informazioni.

Dopo di ché con queste informazioni, tu puoi farne ciò che voi, puoi metterle in pratica ( se ti servono ), magari non ti servono e hai semplicemente avuto il piacere di passare del tempo in mia compagnia e di questo ovviamente io ringrazio molto... Non c'è alcun obbligo dietro un video, non c'è un dover fare per forza qualcosa, se ne hai bisogno puoi mettere in pratica ciò che io ho messo in pratica con la speranza che ti possa aiutare ma non con la certezza perché io non sono un medico, ti posso solo far capire il mio vissuto e quanto dalle mie difficoltà io ne sia uscita fuori in un certo modo e con determinati concetti.

Se il mio concetto può essere utile ( o meglio ancora può aiutare ) anche solo ad una sola di queste 10 persone su 100, io sono la persona più felice del mondo e posso affermare con certezza di aver raggiunto il mio scopo.
Non ho necessariamente bisogno di arrivare a tutte e 100 le persone, io sono grata di essere arrivata a questo gruppo di 10 e sono ancora più fortunata se di queste dieci avrò aiutato anche una persona... Perché è una persona!

Questo è quanto, poi sarebbe ipocrita non dire che chi si espone sui social non lo fa perché gli/le piacerebbe poter ricevere un qualche genere di riconoscimento ( monetario o meno )... Solo noi che abbiamo cominciato nel 2009, lo abbiamo fatto per la passione di condividere e di avere un gruppetto di amici ( seppur virtuale ) con cui ritrovarsi e scambiarsi pensieri su un argomento che interessava le persone di quella cerchia, che oggi chiamiamo community.
Anzi c'era chi da fuori ci vedeva un po' come " degli sfigati " perché facevamo video di fronte ad un webcam prima, telecamera dopo e parlavamo come se ci fossero persone ma fondamentalmente eravamo solo noi e i nostri prodotti comprati nelle nostre case.

Prodotti comprati perché nessuno riceveva pacchi PR o stipulava ADV con i brands, questo concetto si è cominciato ad insinuare con non poca difficoltà intorno al 2011 se non erro e poi pian piano ha preso piede, ma all'inizio quando qualcun* faceva un giveaway o ancora prima un contest video, metteva i soldi di tasca propria per fare un regalo e ringraziare la propria community, poi sicuramente ci sono state persone più furbette che lo hanno fatto semplicemente per ampliare il proprio pubblico, ma non sono da condannare hanno semplicemente precorso i tempi, avete visto come funzionano i giveaway ora? Devi seguire Tizio, Caio, Sempronio, lasciare like, commenti e nessuno si lamenta.
Una volta era semplicemente inusuale, quindi nessun problema con chi ne ha fatto uno motore del proprio canale, io sapete che non giudico le scelte di nessuno e che per me ogni persona è libera di fare ciò che vuole ( nel momento in cui ciò che fa non lede nessun essere vivente ).

Però a parte ciò, erano veramente un modo per ringraziare chi ti seguiva, ti dava supporto e in qualche modo affetto... C'era un reale contatto umano, quello che io menziono sempre alla fine dei miei post è qualcosa che mi porto dietro dagli esordi di Youtube, quando era veramente un mondo " di nicchia ".

Concludo questo post ritornando a ciò che vi dicevo all'inizio ossia che ovviamente mi rendo conto che i miei post siano lunghi, però lo sono per un motivo, contengono una serie di informazioni dettagliate non vi parlo di tot minuti di quanto è bello un prodotto cosmetico che mi da un risultato pazzesco ( e vi parla una persona che ama i prodotti e a cui piace provarne sempre di nuovi ).

E poi un quesito che ci tengo a porvi è, quanto tempo dedicate alla vostra salute?
Perché sì, crescita interiore, sviluppo personale fanno parte della nostra salute psicofisica e ci aiutano a vivere meglio.
Per questo vi chiedo, quanto tempo dedicate a voi stess*? Avete i minuti i contati, soprattutto in un'epoca in cui tutto è eccessivamente frenetico e ci si consuma come un fiammifero oppure preferisci dedicare qualche minuto in più alla tua persona e al tuo benessere?

Ecco perché le dimensioni contano, perché non è un concetto di poche righe espresso in maniera prolissa, sono tante informazioni che formano un concetto. Una nozione di vita che io ho appreso con non poca sofferenza come avrete avuto modo di leggere in ANSIA, ATTACCHI di PANICO, DEPRESSIONE e nello stesso post hai avuto modo di scoprire come ci sia modo e modo di fare il proprio lavoro e onestamente, se questo dovesse essere il mio lavoro, io vorrei farlo così, senza limitazioni, con il cuore aperto e cercando di farvi arrivare tutto ciò che ho dentro nella maniera più chiara e diretta possibile sperando che tutto ciò possa darvi una mano...
NON spero di guarire nessun*, ma mi auguro di poter aiutare chi ha bisogno delle parole che io ho voglia di condividere.


E voi anime colorate che ne pensate?
Vi piace il modo in cui espongo i concetti di cui voglio parlare oppure preferireste che i video fossero più brevi?
Adesso che conoscete il motivo della loro lunghezza, siete dispost* a dedicare qualche minuto in più al vostro benessere?
Se vi va, vi invito ( come sempre ) a condividere con me i vostri pensieri :)


Mi raccomando, non dimenticate di far parte della nostra #RainbowFamily🌈 interagendo con me attraverso i social, perché il contatto umano è quel battito di colore in questo mondo virtuale.

Lots of Love
Shikal Michelle 
💛 ❤️ 💜 💙 💚

giovedì 25 giugno 2020

Outing VS Coming Out | La Ragazza con la Sciarpa 🏳️‍🌈 I'm not proud... I am PRIDE 🏳️‍🌈

A volte vengono scambiati per sinonimi... Ma sarebbe meglio evitare dato che hanno due significati differenti... 
Andiamo a vedere cosa  rappresentano.

Ciao a tutte anime colorate e bentornata #RainbowFamily🌈


Oggi inizia la parte della mia rubrica La Ragazza con la Sciarpa dedicata al Pride, con la speciale connotazione I'm not proud... I am PRIDE che vi ho spiegato in questa foto:



che come potrete immaginare è terza parte di una composizione... Sì, io poco prolissa, come al solito 😅... Tanto per cambiare 😂 )!

Come penso immaginerete gli argomenti che affronterò a Giugno, saranno incentrati maggiormente sul mondo LGBTQ+ e in particolare su quello transgender ( facendo io parte della categoria ) proprio perché Giugno è il mese dell'orgoglio Pride!

Ma veniamo al dunque perché noto che a volte c'è ancora un po' di confusione sui termini:
outing e coming out.

Molto semplicemente:

coming out: è l'azione che una persona compie nel rivelare la propria sessualità ( o identità di genere nel caso delle persone transgender )

outing: è l'azione che una persona compie nel rivelare indebitamente la sessualità di un'altra persona.

Per farvi un esempio sulla mia persona, quando avevo 16 anni sono stata costretta a fare coming out con i miei genitori perché una persona che all'epoca reputavo amica, ha fatto outing sulla mia sessualità, quindi per non fare sapere ai miei genitori tutto dalle voci che sarebbero girate nel paese ho dovuto raccontare loro.

In realtà, non ho ben capito cosa temessi, dato che ho sempre avuto dei genitori molto aperti a tutto però è vero anche che avevo 16 anni, ci sta che temessi una qualche forma di dissenso.

Detto questo, penso sia intuibile il fatto che è possibile ( ma non obbligatorio, fra poco approfondiamo ) fare coming out ma è assolutamente VIETATO fare outing, ledendo la privacy di un’altra persona.

Alla fine io oggi ne parlo con molta serenità, perché, come vi ho sempre detto, ho la fortuna di avere una famiglia che mi ha supportata nei miei percorsi di vita.

Ma ritrovarsi nella condizione di dover obbligatoriamente rivelare qualcosa di intimo e personale perché una persona lo sta diffondendo manco fosse acqua nel deserto, non è bello.
Ritrovi la tua privacy violata.

Ti trovi costretta a correre ai ripari, dovendo anche subire un’umiliazione pubblica... Non perché far parte del mondo LGBTQ+ sia umiliante, ma perché viene esposto a tutti un qualcosa di intimamente tuo e poi perché in molti contesti ti fanno sentire sbagliat* se non sei come vogliono loro.

Sì, siamo nel 2020 e purtroppo accade ancora questo.

E poi pensate se la mia famiglia non mi avesse accettata... Mi sarei potuta trovare nei guai seri, come è successo a moltissime persone che si ritrovano senza un tetto, senza affetti o peggio ancora subiscono forti atti di violenza.

Capite perché ogni persona deve fare coming out, solamente se ha intenzione di farlo?
Fare coming out è una scelta, non è un obbligo.

Ogni persona decide se farlo e con chi farlo, può farlo con poche persone fidate o pubblicamente.

Nel mondo che vorrei ( come canta la mia amatissima Laura Pausini ) non ci sarebbe bisogno di alcuna dichiarazione, perché le persone si amano a prescindere da tutto e ogni persona può amare una persona in quanto persona, in primis.

Però non siamo ancora arrivati a questo punto, nonostante viviamo nel 2020, oggi come oggi, credo sia importante fare coming out per aiutare la nostra causa.

Far comprendere al mondo che esistiamo, che abbiamo dei diritti e che abbiamo bisogno di leggi che ci tutelino.

Inoltre fare coming out, aiuta le persone più timorose ad avere la speranza di non soccombere alle angherie che subiscono, fa sentire loro che non sono sole e che facciamo parte di una comunità, sì quella LGBTQ+ ma soprattutto quella umana.

Fare coming out, ad oggi, è ancora importante... Però, dobbiamo anche rispettare chi non ha voglia di esporre la propria persona in pubblica piazza. Magari ama stare sui social e condividere un progetto ( di qualunque genere ), ma se sviluppa una qualche genere di attività non è detto che debba obbligatoriamente raccontare per filo e per segno la sua vita privata.

Dobbiamo avere rispetto anche per chi decide di non voler far coming out... In effetti, se seguiamo una persona non ci serve a nulla sapere con chi si bacia o va a letto, perché magari la seguiamo per un progetto.

Allo stesso modo mi rendo conto che, oltre la mera morbosità di alcune persone ( che onestamente lascia il tempo che trova e che ovviamente non andrebbe assecondata ), ci sia la voglia di sentirsi in qualche modo “ rappresentati “ dalle persone che seguiamo con piacere, comprendo anche questo.

L’unica cosa che non comprendo e che onestamente non tollero sono le bugie.

Prendete per esempio me, se io non avessi mai fatto coming out e non direi di essere una persona transgender sarebbe assurdo che io negassi di esserlo.

Tutt’al più potrei far comprendere che non è necessario conoscere determinate informazioni se per esempio mi occupo di un settore che non implica lo svisceramento di ciò che ho dentro.

Ma negare categoricamente di essere trans ( magari anche a percorso “ completato “ ) è come buttare fango sulla tua categoria, perché come ho detto in Non Chiamatemi TRANS non smetti mai di essere una persona transgender.

E nonostante certe cose mi facciano incavolare perché bisogna essere ASSOLUTAMENTE FIER* di essere transgender, in quanto valore aggiunto, anche in questo caso mi rendo conto che molte persone vivano la propria condizione come un vero tormento, anche dopo aver “ completato “ le operazioni.
Questo è perché non è stato fatto un buon lavoro interiore e quindi rimangono da desensibilizzare alcune dinamiche che fanno parte del nostro vissuto.

Perché come vi ho scritto nella caption di questa foto:



cito testualmente una parte di essa ( poi se avete voglia, vi lascio la foto per approfondire ): 
Mi guardo in questo scatto, trovo parti di me che vorrei migliorare con l’aiuto della chirurgia ma non detesto nulla di me… Ho la consapevolezza che il mio aspetto cambierà ( e non vedo l’ora che ciò accada ) ma mentre attendo, vivo ogni giorno con un grande amore, verso me stessa. 
E questo non è avvenuto per magia, per fortuna o per natura ma semplicemente perché mi sono applicata nel mio percorso di crescita personale, quindi tutt* possiamo arrivare a questo status quo.

Ergo, per arrivare alla conclusione di questo post vi dico che… è assolutamente facoltativo fare o non fare coming out ma è assolutamente importante essere pro comunità LGBTQ+ ( che personalmente denominerei Rainbow Community o Comunità arcobaleno, per semplificare dato che la sigla è un po' lunghina... E per fortuna che è stato inserito il + altrimenti ci sarebbe stata una sfilza di lettere chilometrica 😅 ) anche perché sebbene ci sia chi crede che dopo le unioni civili i nostri diritti siano finiti perché “ vi potete sposare, per cos’altro dovete manifestare? “ abbiamo bisogno di tutti, perché facciamo parte tutti di una sola e grande comunità quella umana e dobbiamo supportarci e rispettarci in quanto persone.

E se qualcun* ha bisogno di supporto, è bene che tutt* si mettano in prima linea per far sì che nessun* venga considerat* parte di una minoranza bistrattata.
Don’t be proud… Be PRIDE!

E voi anime colorate? Conoscevate la differenza tra Outing e Coming Out?
Siete a favore o meno del coming out?
Pensate che ce ne sia ancora bisogno o se ne possa già fare a meno?
Come sempre vi invito a raccontarmi i vostri pensieri, qualora vogliate condividerli con me.

Mi raccomando, non dimenticate di far parte della nostra #RainbowFamily🌈 interagendo con me attraverso i social, perché il contatto umano è quel battito di colore in questo mondo virtuale.
Lots of Love
Shikal Michelle 
💛 ❤️ 💜 💙 💚